"Dai nostri inviati al fronte" terzo saggio di Fabio Fattore sugli inviati del regime

cent’anni di cronache dall’Africa orientale tra Adua e le ultime guerre

di Vincenzo Marano

Le corrispondenze di un secolo di guerre "coloniali", in Africa, vengono fatte rivivere dalla penna arguta dello scrittore Fabio Fattore nel libro "Dai nostri inviati al fronte" (Cent'Anni di cronache dall'Africa orientale tra Adua e le ultime guerre). L'autore è un giornalista forlivese, redattore del Messaggero, presso la sede di Viterbo. A distanza di un secolo, alle soglie del nuovo millennio, Fattore effettua due viaggi in Africa: il primo ad Asmara, capitale dell'Eritrea, nel 2003; il secondo nella Regione del Tigrè, in Etiopia, nell'autunno del 2004.

Con queste due "missioni" di ricerca, il giornalista ha ripercorso, nella calura di Asmara, di Addis Abeba e di altre città africane, i "palcoscenici" delle cruenti battaglie, raccontati da decine di inviati costretti a "pesare le parole" per le pressioni dei regimi, sottoposti alla censura di articoli già "autocensurati". Fra i protagonisti dell'opera di Fattore, troviamo le firme degli inviati di guerra dei giornali più importanti dell'epoca. Giornalisti come il palermitano Eduardo Ximenes dell'Illustrazione Italiana, il giovane piacentino Carolippo Giarelli, inviato del "Roma", il napoletano Giovanni Artieri, inviato della "Stampa" di Torino, Beonio Brocchieri e Indro Montanelli, giornalisti volontari del regime. Altri inviati furono Curzio Malaparte e Guelfo Civinini, per il Corriere della Sera, il cervese Max David, Luigi Mercatelli, ravennate di Alfonsine, l'abruzzese Ferdinando Chiarelli del Giornale d'Italia, fino alla compianta giovane giornalista Rai, Ilaria Alpi. Il libro si sfoglia in una scrittura asciutta e scorrevole, la saggistica e la narrativa in una simbiosi di stile. Gli "estratti" delle corrispondenze degli inviati sono inseriti nella scrittura con "incisi" di eleganza e sobrietà. Attraverso un costante dialogo con gli "enunciati" delle corrispondenze dell'epoca, l'autore fa rivivere la battaglia di Adua del 1896, con lo sguardo a quei territori che registrarono la disfatta dell'esercito italiano, con migliaia di morti e dispersi. Nel lavoro letterario si analizzano anche le corrispondenze degli inviati delle missioni successive del ventennio fascista, quando l'esercito di Mussolini, attraverso i suoi generali, voleva creare "un impero bianco in un territorio nero". Nel libro si racconta, infine, della prima missione italiana sotto la protezione dell'ONU del 1993 di Checkpoint Pasta a Mogadiscio.

"Gli inviati dal fronte" è un saggio-racconto, frutto di un ciclo di pubblicazioni che Fattore, in questi ultimi 18 anni, ha dedicato al giornalismo in trincea. Già nel 2006 aveva pubblicato "Dai nostri inviati a Giarabub" per Mursia e nel 2018 "Gli inviati di Mussolini", sempre per Edizioni Mursia.

Edizioni Sugarco, pag. 197, euro 18,50.